Stadi sul cammino dlla vita by Søren Kierkegaard

Stadi sul cammino dlla vita by Søren Kierkegaard

autore:Søren Kierkegaard [Kierkegaard, Søren]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: [No data], Filosofia
ISBN: 88-17-18716'X
editore: Bur Rizzoli
pubblicato: 1993-04-14T22:00:00+00:00


26 gennaio. Mezzanotte

Ah! Se fosse possibile, se fosse possibile! Gran Dio, ogni mio nervo si cimenta, per così dire, nella vita, e cerca oscuramente di dimostrare se in fin dei conti non siamo adatti l’uno all’altra, se io non abbia conservato per quel momento la forza di mantenere il mio animo e il mio amore all’altezza del desiderio per tot discrimina,33 se lei non abbia visto giusto di primo acchito, senza guardare a destra, né a sinistra. Ah, che ricompensa per tutta la mia miseria; se tutto non fosse che l’affare di un giorno, se il giorno del matrimonio fosse anche quello della morte, che immensa ricompensa per tutta la mia pena, per quanto, pensato come commedia, lascio interamente al suo destino, e per quanto, sofferto come tragedia, chiamo i lavori forzati del prigioniero! Indicibile felicità! Che cosa sono dunque Romeo e Giulietta di fronte a un’intesa raggiunta attraverso tante tribolazioni, a una vittoria raggiunta attraverso tanti pericoli, di fronte all’esito più felice della più profonda disperazione! Grande, ah, sarebbe veramente grande! Se avvenisse d’inverno, mi sembra che sboccerebbero i fiori dalla gioia, se d’estate, mi sembra che il sole danzerebbe di gioia; e in ogni stagione, l’umanità sarebbe fiera della felicità che ci riempie di troppa beatitudine per esserne fieri, della nostra felicità. Eppure, eppure, se nondimeno mi stancassi e perdessi la forza e vedessi morire il mio desiderio; se lei soccombesse, ma no, non se ne parla neppure, se s’ammalasse e deperisse, se s’ammala e deperisce! Oppure, se non sapesse sopportare con me il deserto dell’attesa, se sospirasse per la vita più sicura in Egitto;34 o se sposasse un altro! Dio la benedica se lo fa; a questo, in un certo senso, tendono la mia volontà e i miei sforzi. Eppure, ora non la penso più così. Ho dunque più di un intendimento; è un segno di saggezza o di follia? O se lei fosse esattamente la stessa, e non avesse sofferto né nell’anima, né nel corpo, ma non mi comprendesse, non mi comprendesse assolutamente; se nel suo petto di fanciulla il cuore non battesse forte quanto nel petto dell’infedele, se il sangue della giovinezza non le salisse alla testa come sale alla mia, se circolasse tranquillo nell’anima fredda dell’inesperta, a differenza di quanto fa in quella dell’intenditore, se lei non concepisse il grado della mia sofferenza, la mia calma glaciale e la sua necessità; se tra noi la parola perdono dovesse avere la serietà del giudizio e non essere la palla che noi ci rilanciamo nel gioco della passione amorosa, permettendo così alla fedeltà di celebrare il suo trionfo; se lei non concepisse assolutamente che ai nostri giorni, in questo XIX secolo di risibile buon senso, il solo modo d’essere entusiasti e di salvare il romanticismo dell’anima è di essere tanto freddi fuori quanto ardenti dentro; se lei non concepisse, se lei non comprendesse assolutamente che è infame soccorrere a metà, e che la fedeltà consiste nel rifiutare un illusorio sollievo; se a un segnale del cielo,



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